Paolo Mariola – National Director BNI Italia
Si parla sempre di più di networking. Quando veniamo invitati ad eventi (sia professionali che di altro genere) vediamo sempre più spesso la parola networking oppure la frase “opportunità di networking”.
Un’attività ormai diventata fondamentale per professionisti e imprenditori che negli ultimi anni si sono resi conto di quanto la rete di contatto e la profondità delle relazioni professionali siano delle vere e proprie leve strategiche per la loro attività.
Ma cosa rende il networking davvero efficace? La costanza, sicuramente. Anche l’attitudine alle relazioni rappresenta un valore aggiunto. Gli elementi vincenti però che trasformano il networking in uno strumento indispensabile per l’aumento del giro d’affari sono le abitudini, anzi le buone abitudini. Nonostante il networking sia un’attività dinamica, tipica di persone sempre in movimento e connesse con il mondo esterno, si basa sulla corretta ripetizione di attività che hanno l’obiettivo di aumentare la sua efficacia ed efficienza.
Non pensiamo però ad una lista lunghissima, ad un elenco di attività infinito. Il networking si basa su poche abitudini, semplici da seguire. Nel corso dei prossimi mesi vedremo quali sono queste abitudini e alcuni esempi pratici per metterle in pratica al meglio. Partiamo quindi dalla fine. Sì, esattamente, dalla fine. In questo post infatti vedremo l’importanza del follow up. Molto spesso, quando si pensa al networking, ci si concentra solo sul singolo evento cercando di entrare in contatto con quante più persone possibili in sala o di ottenere l’attenzione di persone che conosciamo e con cui vogliamo approfondire la relazione professionale. In realtà una delle parti più importanti del networking è quella che arriva alla fine dell’evento, dopo lo scambio dei biglietti da visita e dei contatti e dopo la prima presentazione sulle rispettive attività: il follow up. Essere costanti nel follow up, farlo diventare una delle nostre abitudini al pari di portare sempre i biglietti da visita con sé, farà sì che il processo referenziale diventi più veloce e la relazione professionale più profonda. E chi meglio del massimo esperto mondiale di networking può darci dei preziosi consigli su come essere costanti e rendere questo processo una buona abitudine?
Durante l’International Networking Week Ivan Misner ha parlato del metodo 24/7/30. Non si tratta di una data, del 24 luglio 2030 ma di un metodo per il follow up basato su intervalli di tempo ben definiti che vi aiuteranno ad essere ricordati dalle persone che avete incontrato.
24 ore è l’intervallo di tempo massimo che deve trascorrere tra il primo incontro vis a vis e un primo contatto scritto. Questo contatto può avvenire in diversi modi. Potete usare un biglietto scritto a mano oppure una mail, in pratica qualsiasi metodo che usate con dimestichezza ma che avrà l’indubbio vantaggio di farvi diventare ricordabili per i vostri contatti.
7 giorni è invece il periodo di tempo per entrare in contatto sui social network. La maggior parte delle informazioni sulle persone con cui vogliamo entrare in contatto passano, si sa, dai social network. Quindi seguiamo i nostri contatti, chiediamo la connessione tramite LinkedIn. Potremo non soltanto restare in contatto ma anche e, soprattutto, capire di più sulla loro vita professionale (e non solo!).
Tutto qui? Certamente no! Dopo 30 giorni è il momento di passare nuovamente dall’online all’offline. Chiamate il vostro contatto per fissare un incontro in cui parlare delle vostre professionalità, capire le eventuali sinergie e trovare nuove opportunità di business reciproco.
Un metodo semplice quello del 24/7/30, che, come tutti i metodi semplici, si rivela efficace solo se non viene applicato come mezzo per concludere una vendita ma per costruire una relazione e aggiungendo due componenti fondamentali: la pazienza e la costanza.
Vuoi saperne di più sul metodo 24/7/30? Guarda il video di Ivan Misner